Non piangere.
Asciugati le lacrime,
sai che a lui non sarebbe piaciuto.
Ridi, anche nei momenti più tristi.
Non prenderti troppo sul serio,
in fondo è solo vita.

prova

Vorrei essere capace di usare il linguaggio dei fatti. La semplicità narrativa che gli eventi hanno naturalmente.
Sono seduto su una panchina mentre aspetto l’autobus. Le macchine mi sfrecciano davanti facendo un rumore assordante. Un bambino piange perché la madre non gli ha comprato il giocattolo che ha visto nella vetrina del negozio accanto. Arriva l’autobus, salgo, timbro il biglietto. Mi accorgo subito che non ci sono posti liberi e allora, per evitare di cadere, mi aggrappo all’asta consumata. L’autobus riparte con un po' di scatti, una vecchia signora stenta sulle gambe affaticate, si appoggia a me, mi chiede scusa, sorrido. Mi giro a guardare dal grande vetro posteriore. Il bambino piange ancora. La madre indifferente.

un cane senza più padrone
una moglie senza più compagno
un figlio senza più guida
un amico senza più un amico
tante vite senza più una vita

Al semaforo.

Via de 4 venti, Monteverde, Roma. Alle nove e venticinque già si può vedere di tutto. Lavoratori in ritardo che sorpassano con il motorino a destra e sinistra. Studenti ciondolanti che hanno fatto sega a scuola. Madri col passeggino. Al semaforo rosso ci sono due pischelli che sembrano scippatori e una signora ben vestita. Tutti sul motorino, tutti pronti a scattare al segnale verde.
Una vecchietta distratta sfida il rosso e attraversa. Occhio agli scippatori penso. Ma ecco la signora ben vestita sfrecciare e farle il pelo, quasi la investe, mentre gli scippatori educatamente aspettano il lento passaggio di chi ha la fatica di una vita nelle gambe.
Tra me e me penso: smettila di giudicare dalle apparenze.