Tuesday, December 26, 2006
Friday, December 22, 2006
Wednesday, December 13, 2006
La stanza è piena di fumo. Mi lacrimano gli occhi, tossisco. Il locale è pieno e non riesco a trovare un posto per sedermi. Mi avvicino al bancone, c’è uno sgabello libero, mi siedo. Ordino un Talisker. Il barista non è molto giovane, ha gli occhi circondati di piccole rughe, quelle tipiche di chi stringe le palpebre per vederci chiaro. Mi mette davanti due bicchieri, uno con due dita di alcoolico e l’altro pieno d’acqua ghiacciata. in questo posto sanno come si serve un whiskey.
Tiro fuori la mia moleskine e mi metto a scarabocchiare, per darmi un tono.
Il barista mi guarda e come se mi conoscesse da tanto dice: sei triste oggi?
Vorrei spiegargli che non sono triste solo oggi. Che negli ultimi mesi sto cambiando. Vorrei parlargli di mio padre, di mia madre che non si è ancora ripresa, della mia vita che sta cambiando, degli amici che non vedo più.
Sono sicuro che avrebbe qualche frase da barista, giusta per l’occasione.
Mi limito a guardarlo e accenando un sorriso rispondo: giornataccia.
Vuoto il bicchiere tutto di un fiato. Di solito sorseggio, ma volevo stordirmi un po'.
Rimango a fissare il bicchiere vuoto, incantato, assente.
Vengo distratto dal rumore della bottiglia che sbatte sul bicchiere. Questo te l’offro io, mi dice senza aggiungere altro. Ringrazio senza troppe cerimonie e inizio a bere. Questa volta me la prendo comoda. Faccio piccoli sorsi. Mi godo tutti i passaggi. Un goccio d’acqua per pulirmi la bocca. Un goccio di whiskey con tutto il suo mondo, le contraddizioni.
L’amaro iniziale, il retrogusto morbido, dolce. Le sfumature del legno, la vaniglia, il ciliegio.
Anche io sono così. Diverse sfumature, tante contraddizioni.
Anche io sono come questo whiskey. Invecchiato.
Tiro fuori la mia moleskine e mi metto a scarabocchiare, per darmi un tono.
Il barista mi guarda e come se mi conoscesse da tanto dice: sei triste oggi?
Vorrei spiegargli che non sono triste solo oggi. Che negli ultimi mesi sto cambiando. Vorrei parlargli di mio padre, di mia madre che non si è ancora ripresa, della mia vita che sta cambiando, degli amici che non vedo più.
Sono sicuro che avrebbe qualche frase da barista, giusta per l’occasione.
Mi limito a guardarlo e accenando un sorriso rispondo: giornataccia.
Vuoto il bicchiere tutto di un fiato. Di solito sorseggio, ma volevo stordirmi un po'.
Rimango a fissare il bicchiere vuoto, incantato, assente.
Vengo distratto dal rumore della bottiglia che sbatte sul bicchiere. Questo te l’offro io, mi dice senza aggiungere altro. Ringrazio senza troppe cerimonie e inizio a bere. Questa volta me la prendo comoda. Faccio piccoli sorsi. Mi godo tutti i passaggi. Un goccio d’acqua per pulirmi la bocca. Un goccio di whiskey con tutto il suo mondo, le contraddizioni.
L’amaro iniziale, il retrogusto morbido, dolce. Le sfumature del legno, la vaniglia, il ciliegio.
Anche io sono così. Diverse sfumature, tante contraddizioni.
Anche io sono come questo whiskey. Invecchiato.
Tuesday, December 12, 2006
a rori
Ti voglio sempre. Sempre di più. Quando ti svegli la mattina, prima di andare a dormire, quando cucini, quando ti vesti, quando ti spogli. Quando non fai niente, quando sei troppo impegnata. Quando mi desideri, quando mi rifiuti. Quando parli, quando ridi, quando stai in silenzio. Quando ti allacci le scarpe. Quando lavi i piatti. Quando sei arrabbiata, quando fai il broncio, quando mi sorridi. Quando andiamo a fare una passeggiata, quando siamo in macchina, quando leghi il motorino. Quando parti, quando torni. Quando non ci sei, quando dormo, quando mangiamo. Quando fa caldo, quando piove. Quando ancora non ti conoscevo. Da quando ci siamo incontrati. Ti voglio sempre. Sempre di più.