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Thursday, May 25, 2006

Capitolo 1

CAPITOLO 1
Ciao Ba'

Sonnecchio un po' tra una pagina e l’altra. Il comandante ha appena annunciato che tra pochi minuti atterreremo. Giulia ancora non si è svegliata. La sua testa è appoggiata alla mia spalla, quando dorme mi commuovo, è così bella.
Stiamo tornando da Madrid.
Butto un occhio fuori dal finestrino, si vede la costa, il mio quartiere. Siamo quasi a casa. Allaccio la cintura e le sveglio con un bacio, o baccio come lo chiamiamo noi, perché una sola "C" non basta.
Aspetto l’impatto dei carrelli sulla pista, è dolce.
L’aereo è atterrato lontano dai gate, così ci viene a prendere il minibus interno. Preferisco, perché ho la possibilità di assaporare meglio l’aria familiare di Roma.
Per fortuna le valigie sono già sul tapis roulant. Usciamo rapidamente dall’aeroporto e c’è mio padre che ci aspetta, come ogni viaggio. Si sta guardando intorno, ci cerca. Sembra un po' smarrito.
Mio padre ha sempre una luce fortissima negli occhi, e ci ho messo poco a notare che aveva qualcosa di strano. Anche Giulia se ne deve essere accorta perché mi ha stretto con più forza la mano. UN gesto impercettibile ma deciso.
Mi avvicino in modo che non mi veda, e lo colgo di sorpresa.
-Ciao Ba'- gli faccio. Ba' è il diminutivo di Babbo. Non so perché nella mia famiglia si usa ancora questa espressione. A me piace, più di papà.
_Uee ciao.
Ciao bella - sorridendo a Giulia.
Ci avviamo in silenzio verso la macchina mentre gli inizio a raccontare della nostra settimana a Madrid.
Babbo annuisce distrattamente fino a quando non gli chiedo:
-Come mai sei tornato prima da Cirella?
Cirella è un piccolo paese della Calabria dove i miei hanno una casa. Per me quel posto significa l’estate, le vacanze interminabili di quando andavo a scuola, quelle che iniziavano a fine giugno e duravano fino alla riapertura delle scuole. Quella dei bagni più belli ai primi di settembre.
Per mio padre è il rifugio, la casa dove si immagina con i nipoti che giocano in giardino, la casa dove Bongo (il nostro cane) si diverte ad acchiappare le lucertole.
-È successo di nuovo- mi risponde.
Rallento il passo fino quasi a fermarmi. Non voglio dare segnali di preoccupazione ma non posso fare a meno di pensare a tutto quello che è successo dalla prima volta. Da quando Babbo è andato a fare pipì ed è uscito sangue, quel sangue che ha tracciato una sottile linea tra la nostra vita di prima e la vita di adesso.

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